Se hai già letto i nostri articoli riguardanti i brand ed i loro caratteri sai quanto l’immagine, non solo visiva, di un’azienda può influenzare un potenziale cliente e quindi quanto può essere positiva (o negativa, a seconda della qualità dell’immagine) per il suo andamento nel corso degli anni.
A causa della pandemia l’ultimo biennio è stato di forzato cambiamento, ed alcune aziende hanno deciso di sfruttarlo per lavorare ad un refresh della propria immagine, quello che in ambito di graphic design e marketing viene definito “rebranding”.
Abbiamo raccolto quelli che secondo noi sono stati i migliori del 2021 per mostrarti quali possono essere i vantaggi di un’operazione del genere (se fatta nella maniera corretta, ovviamente).
Burger King

Probabilmente il meno passato inosservato nonché il miglior rebranding del 2021.
Negli ultimi anni il mondo del graphic design sta vivendo un periodo in cui sono in auge i concetti di minimalismo e nostalgia e l anuova immagine coordinata di Burger King li riflette in pieno.

Riportando alla memoria le insegne e lo stile grafico degli anni ’50, il rebrandig operato dall’agenzia Jones Knowles Ritchie dona senza dubbio un aspetto meno sintetico ed artificiale all’azienda, riportandola in un’epoca in cui tutto era più familiare e genuino.
Pfizer

Azienda salita agli onori della cronaca e sulla bocca anche dei non addetti ai lavori nel 2020 grazie all’impegno profuso nella ricerca del vaccino contro il Covid-19, il colosso farmaceutico ha sfruttato il 2021 per abbandonare il vecchio logo a forma di pillola che lo rappresentava per passare ad un più moderno logo a forma di DNA a doppia elica.
L’obiettivo è chiaro: l’azienda vuole porsi sul mercato non solo come un’azienda che produce medicinali, ma come un faro nella ricerca in campo medico.
SEMrush

Nata nel 2008, come uno strumento unico per gestire progetti SEO oggi SEMrush è a tutti gli effetti una piattaforma potente di gestione della visibilità online.


La strategia di rebranding punta sull’ulteriore semplificazione del marchio, già molto semplice, riflettendo così l’evoluzione aziendale. Ciò che più salta all’occhio però non è il cambiamento del logo, ma l’integrazione dello stesso in un’ora più complessa e completa identità visiva, che abbraccia ogni singola produzione aziendale.
BMW

Primo di una serie di rebranding in campo automobilistico, il rebranding di BMW punta sulla semplificazione del marchio in maniera tale da renderlo più morbido ed appetibile per una maggior fetta di pubblico, nonché più dinamico e versatile, in grado di adattarsi ad una maggiore serie di applicazioni.
Renault

Il nuovo aspetto geometrico del logo di Renault gli conferisce un movimento che era totalmente assente nella versione precedente del marchio, pensato originariamente solo per essere affisso sulle vetture e quindi meno versatile.
La doppia linea continua del logo ricorda inoltre il tratto lasciato dalle ruote sulla strada ricollegandolo così al campo dell’industria automobilistica in maniera semplice ed efficace; collegamento implicito che era lasciato intendere fino a pochi anni fa all’onnipresente colore grigio metalizzato dei loghi del settore.
Peugeot

L’azienda francese è l’unica di quelle in campo automobilistico ad aver operato un rebrand a non aver scelto la strada della semplificazione e del minimalismo.

La strada scelta da Renault è semplice ma efficace: abbandonare il vecchio logo che ricordava più un simbolo araldico medievale da apporre sulleauto come semplice simbolo di prorpietà per abbracciare un marchio dalla carica più forte ed impattante che possa rappresentare ciò che significa guidare un’auto Peugeot. Peugeot quindi non solo come scelta di veicolo, ma come vero e proprio stile di vita.
Adobe Creative Cloud

Anche Adobe, re dei software creativi, ha puntato sul rebranding del suo strumento di punta, Creative Cloud.
Ora l’icona onnipresente sui computer dei creativi di tutto il mondo presenta una sfumatura colorata, figlia del moderno trend dei loghi con sfumatura lanciata in maniera vincente da Instagram qualche anno fa, che sicuramente ricorda più il mondo creativo del freddo e a tinta piatta logo precedente.
Un logo creativo per un software per creativi.
CIA

Anche gli organi governativi hanno bisogno di proporsi al pubblico in maniera efficace come le aziende, e la CIA, che probabilmente è uno degli organi governativi più noti al mondo, non è esente da questo problema.
Dopo settant’anni la CIA ha quindi deciso di abbadnonare l’austero stemma di origine araldica che l’aveva sempre contraddistinta per passare ad un qualcosa di più moderno, che sicuramente riporta subito alla mente il mondo informatico nonché la multiculturalietà degli agenti che lavorano e rappresentano l’agenzia.
Amazon mobile app

Anche se non si tratta di un vero e proprio rebranding merita senza dubbio una menzione d’onore il restyle dell’icona dell’app mobile di Amazon, che ora meglio riflette l’identità visiva aziendale basata graficamente sul pittogramma del sorriso e l’immancabile nastro adesivo azzurro.
Piccola curiosità: il tape azzurro ha cambiato forma due volte, poiché la prima versione ricordava vagamente i tristemente iconici baffi di Hitler.
Della serie anche i migliori commettono errori!

Conclusioni
Possono esserci decine di motivazioni dietro al cambio di un logo.Per alcuni può essere il naturale cambio di focus dell’azienda dopo anni di assestamento e crescita. Per altri può essere il cambio di ambiente e quindi la necessità di restare al passo con i tempi (anche se questo vuol dire aver studiato male il precedente logo, troppo legato ai trend del design del suo tempo, come abbiamo spiegato in un vecchio articolo).
Qualunque sia la ragione, studiare come le grandi aziende fanno rebranding può essere d’aiuto per capire come agiscono loro nel momento in cui cambiamo le condizioni del mercato in cui opearno.