I 7 ingredienti per un logo memorabile

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Chiunque può progettare un logo, ma non tutti possono progettare il logo giusto. Ai designer piace tanto questa massima, cerchiamo quindi di capire insieme quali sono gli ingredienti per un logo memorabile!

Un buon logo è infatti quello che risolve il problema di design di un’azienda rispettando tutti i paletti imposti in fase di brief, ma… cosa rende invece un logo non solo “buono” ma “iconico” come quelli della grandi multinazionalil che siamo abituati a vedere tutti i giorni sugli scaffali dei negozi?

Semplicemente i designer che li hanno progettati hanno sfruttato al meglio i 7 ingredienti principali che rendono un logo facile da ricordare: semplicità, pertinenza, tradizionalità, distinguibilità, memorabilità, riducibilità e precisione.

Ovviamente non basta sbattere tutti questi ingredienti in un segno grafico per ottenre un buon risultato; per preparare un buon pranzo infatti non buttiamo mica tutti gli ingredienti in una pentola prima di accendere il fuoco, no? Proprio come per cucinare un piatto bisogna avere gli ingredienti giusti e seguire delle istruzioni precise per amalgamarli al meglio, per progettare un buon logo bisogna sapere come unire nella maniera migliore i sette ingredienti che abbiamo appena elencato.

Visto che però ha poco senso fare solo un elenco di parole altisonanti, andiamo ad analizzare uno per uno gli ingredienti che possono aiutarci a progettare il logo perfetto per un progetto.

Cominciamo.

Semplicità

Più semplice di così…

Il famoso designer tedesco Ludwig Mies Van de Rohe ha coniato la frase “Less is more”, che tanto piace ai designer, che racchiude bene questo concetto.

Il troppo stroppia, insomma!

Ma perché la soluzione più semplice è la più efficace?

La risposta breve è forse ovvia: un logo semplice permette di essere facilmente riconoscibile ed identificabile.

La risposta lunga è invece che un logo semplice permette di rispettare al meglio gli altri sei parametri di un logo iconico.

Pertinenza

Non è un aereo, ma di certo è hawaiiano

Un logo deve essere appropriato per il business di cui è il portavoce.

Questo non vuol dire che un logo deve rappresentare il prodotto che l’azienda produce o vende. Il logo della Ferrari non è infatti un’automobile e siamo tutti piuttosto d’accordo che Apple non venda mele! Un logo pertinente semplicemente si inserisce al meglio nella fetta di mercato dell’azienda.

Una scimmietta con due piatti in mano è sicuramente una mascotte molto simpatica ed accattivante, ma… forse sarebbe meglio non utilizzarla per un agenzia di servizi funebri!

Tradizionalità

Praticamente mai cambiato nel corso del tempo

Da non confondere con qualcosa di vecchio ed antico, un logo tradizionale è un logo che non segue il trend del momento, ma un logo che mantiene nel corso del tempo la sua struttura di base ed al massimo si adatta leggermente ai tempi.

Investiresti mai nel denaro in una automobile che sai durerà pochi mesi? Allo stesso modo non ha senso investire in un logo che dovrà essere ridisegnato da zero entro un anno perché nel frattempo il trend del design è mutato.

Insomma, meglio lasciare i trend al mondo della moda!

Distinguibilità

Ti aspetteresti di vederlo su una bottiglia di succo di frutta?

Un logo è più facilmente memorabile se riesce a spiccare tra quelli dei competitor nello stesso mercato.

Allinearsi alle identità visive dei competitor non necessariamente è un male; il cliente potrebbe trovare “strano”, e quindi inaffidabile, un prodotto che si distacca visivamente in maniera troppo netta dai suoi simili. La cosiddetta pecora nera, no?

Però… è proprio la pecora nera quella che salta all’occhio per prima! A volte osare può essere una strategia.

Memorabilità

Chiunque può disegnarlo a memoria

Ovvio, no? Un logo per essere iconico deve essere memorabile. È praticamente una tautologia.

Quali sono però i loghi più memorabili? Quelli che più aiutano un utente a ricordarli meglio?

A volte un utente, od un potenziale cliente, vede solo di sfuggita un prodotto su uno scaffale od un cartellone pubblicitario dal finestrino di un autobus e quel mezzo secondo di passaggio nel campo visivo può essere l’unica occasione di fare una buona prima impressione. I loghi memorabili sono quelli talmente intuitivi e geniali da attirare l’attenzione di una persona in quel mezzo secondo e talmente semplici da essere riconosciuti in un’eventuale seconda occhiata fugace.

Pensaci: è più semplice ricordare un piccolo dettaglio come il sorriso di Monna Lisa oppure una cosa macroscopica come il colore del suo abito o quale mano è poggiata sopra l’altra? Ma soprattutto: se qualcuno ti chiedesse di ridisegnare il logo di McDonald’s o la Monna Lisa quale pensi risulterà più simile all’originale?

Riducibilità

Anche chi non è riducibile si ingegna per esserlo

Nell’era dei social network questa è forse la caratteristica più importante, che spesso i designer tendono a dimenticare: un logo deve essere distinguibile nitidamente qualunque sia la sua dimensione.

Il logo di Nike è facilmente riconoscibile sia stampato su un cartellone pubblicitario grande quanto un palazzo sia nel piccolo riquadrino concesso alle foto profilo su un social network. Monna Lisa di Leonardo da Vinci invece è sicuramente un dipinto iconico e memorabile, conosciuto in tutto il mondo, ma… risulterebbe ugualmente distinguibile in una casella circolare di pochi pixel nella zona commenti di Instagram?

Sì, stiamo dicendo che Leonardo era un grande artista, ma oggi risulterebbe forse un pessimo graphic designer…

Precisione

Una lettera. What else?

I loghi più facilmente memorizzabili e memorabili sono quelli più precisi, ovvero quelli che fanno leva su un solo elemento distintivo.

Il logo della Juventus è stato per oltre un centinaio di anni una miscela di simbologia ed araldica tale da far invidia agli stemmi familiari dei più nobili casati europei: striscie bicolori bianche e nere, nome della società ed infine una corona dorata che sovrasta il toro rampante, simbolo della città di Torino.

Eh, sì, non era una zebra quella rappresentata nello stemma della società, ma un toro… Un logo così complesso da non essere nemmeno in grado di far capire ciò che effettivamente rappresenta.

Ed ora? Due striscie bianche e nere che formano una moderna lettera “J”. Punto. Nulla di più. E nulla di più facile da riprodurre anche a memoria da chiunque lo veda anche solo per un secondo.

Conclusione

Dopo aver analizzato anche solo velocemente i sette ingredienti principali abbiamo capito perché spesso si dice che un logo deve essere semplice per essere efficace: la semplicità aiuta enormemente a rispettare gli altri sei ingredienti.

Più un logo è semplice più è infatti memorizzabile da un utente, più è riducibile a dimensioni minime senza perdere di nitidezza e sicuramente si concentrerà su un solo aspetto grafico tralasciando dettagli inutili.

Ovviamente queste non sono però regole ferree da rispettare assolutamente; le regole sono infatti fatte anche per essere rotte, magari in maniera creativa e… memorabile.

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