Sono tanti i termini che indicano un posizionamento favorevole per un’attività o anche solo un semplice prodotto, la dove i tuoi competitor non possono raggiungerti. Quello che preferisco però è strategic sweet spot.
Ho letto questo termine per la prima volta in un articolo su HBR dell’edizione di aprile 2008 e mi ha sin da subito colpito.
Lo strategic sweet spot va contro tutta la cultura del “domina il tuo mercato”, motiva all’uso del pensiero laterale e all’uso intelligente delle proprie risorse per raggiungere il massimo risultato.
Infatti, racchiude al suo interno tutto quello che serve per avere successo nel nostro mercato.
La formula magica (che non c’è…)
Se siamo alla ricerca di una facile risposta a domande complesse o di una formula magica che risolva tutti i problemi… Stiamo sbagliando di molto. Ma è un’equazione che, se correttamente interpretata, ci può dare davvero risultati straordinari.

Strategic: la necessità di una strategia è ormai una realtà consolidata e imprescindibile per ogni attività o progetto.
Sweet: il “dolce” momento in cui si raccolgono i frutti del proprio lavoro, perché è questa la vera essenza delle azioni di pianificazione strategica.
Spot: nient’altro che il proprio posizionamento, chiaro e preciso per sé e per i propri clienti.
Da dove partire?
Per i filosofi presocratici, l’arché era l’elemento primordiale da cui deriva ogni altro, l’origine di tutte le cose. Ma cosa c’entra questo con il marketing e tutta la nostra cultura intrisa di terminologie anglosassoni?
Quando andiamo a capire quale sia il nostro strategic sweet spot, si parte subito con l’offerta dei competitor, i bisogni dei clienti e le competenze presenti in azienda… Ma l’elemento primordiale che dà senso a tutti gli altri qual è?
L’archè della nostra strategia deve sempre essere il contesto in cui ci muoviamo, ovvero il mercato e tutto ciò che lo compone: le tecnologie presenti, i settori di riferimento, la demografia del mercato (da non confondersi con la demografia dei clienti… Sono due cose diverse) e tutti gli altri parametri che definiscono il mondo in cui la nostra attività si muove.
Che mercato hai?

Ci sono due tipi di mercati: quelli con dei competitor e quelli senza competitor.
I mercati con competitor sono la maggior parte e sono quelli in cui dovremmo porci il problema di come si muovono gli altri player del mercato. I clienti avranno un panorama di possibilità tra cui scegliere e saranno spinti a fare paragoni tra le soluzioni che il mercato gli offre, esponendo ciascun prodotto o servizio.
I mercati senza competitor sono invece mercati vergini in cui, nel momento in analisi, non ci sono altri player. Il vero punto cruciale è proprio in questo momento. Infatti, quando ci troviamo in questa situazione, possiamo stare certi che quel mercato si è appena svuotato… O è prossimo ad affollarsi.
In ogni caso, conoscere il contesto all’interno del quale ci muoviamo è un must che non possiamo permetterci di ignorare al giorno d’oggi.
Error 404: posizionamento non trovato
Quindi, cosa serve per posizionare il proprio prodotto o il proprio servizio nel mercato?
Dovete innanzitutto conoscere alla perfezione voi stessi e il vostro cliente ideale. Questo non vuol solo dire “sapere chi siete”, ma avere chiari i vostri obiettivi, saperli trasmettere ai vostri collaboratori e saperli trasmettere al vostro target di riferimento.
Dovete conoscere il mercato in cui vi andrete a muovere per sfruttarne a pieno le potenzialità e soprattutto per andare a colmare gli eventuali punti ciechi dei vostri competitor.
In breve, serve strutturare il proprio posizionamento per avere successo all’interno di un mercato sempre più competitivo e senza frontiere, definendo il tuo strategic sweet spot.