Analisi del packaging

L'Amande-packaging-analysis

Dopo aver riorganizzato il vasto parco prodotti, il passo successivo prevedeva il restyling del loro packaging basato sulle famiglie. Questo passaggio non è necessario a priori per qualsiasi marchio, ma l’espansione del parco prodotti L’Amande aveva portato nel corso degli anni ad una serie di problematiche che a nostro avviso si sarebbero potute risolvere con questo processo.

Prima considerazione: eccessiva eterogeneità

La prima considerazione che abbiamo fatto osservando il vasto numero di prodotti L’Amande era relativa alla vasta eterogeneità del loro packaging.

Eccessiva eterogeneità può creare confusione

Sebbene ritenessimo corretta la scelta di utilizzare elementi e colori distintivi per le varie famiglie di prodotti, ci è subito sembrato eccessiva l’eterogeneità degli stili utilizzati: erano infatti presenti prodotti con astucci dallo stile classico che strizzavano l’occhiolino al vintage, ma anche packaging dallo stile moderno e dai colori molto saturi.

Questa eterogeneità rischiava di dare l’impressione ad un potenziale cliente di trovarsi davanti a prodotti di aziende differenti, e indebolendo così l’immagine del brand L’Amande.

Gyada Cosmetics e Clipper Tea

Come mostrato nell’immagine qui sopra, esistono brand che anche con parco prodotti vasto e suddiviso in linee con proprietà differenti riescono a mantenere una coerenza grafica che li riconduce tutti allo stesso marchio anche ad una disattenta occhiata fugace.

Seconda considerazione: loghi differenti

Parzialmente collegata alla considerazione precedente, abbiamo notato subito che oltre al packaging differente, spesso i prodotti presentavano dei loghi diversi.

Loghi differenti

Anche questo dettaglio contribuiva a dare l’idea che i prodotti fossero in realtà prodotti da aziende differenti. Sebbene sia corretto che un logo sia adattabile, anche nel colore, al prodotto su cui è stampato, alcuni flaconi presentavano dei loghi differenti anche all’interno della stessa famiglia, indebolendo l’immagine del brand.

Terza considerazione: troppi elementi

Altra considerazione che ci siamo sentiti di fare osservando i prodotti del cliente era relativa all’eccessivo numero di elementi riportati, soprattutto sul fronte.

Troppi elementi

Sebbene l’intento fosse evidentemente quello di dare al potenziale cliente il maggior numero possibile di informazioni necessarie per convincerlo all’acquisto, l’eccessivo numero di messaggi e la ridondanza di alcuni elementi possono ottenere l’effetto opposto, ovvero quello di confondere e scoraggiare un acquirente.

Inoltre l’eccesso di messaggi di marketing e la conseguente mancanza di focus su un messaggio specifico è spesso caratteristica dei brand economici; ciò contribuiva ad indebolire l’immagine dell’azienda nella testa dei potenziali acquirenti.

HelloBody, poco è meglio

Come mostrato nell’immagine d’esempio qui sopra, ridurre il numero degli elementi da posizionare sul fronte della confezione di un prodotto aiuta un potenziale cliente a concentrarsi solo su ciò che esso effettivamente contiene. Inoltre la semplicità ed il minimalismo sono spesso utilizzati in design per dare la sensazione di “preziosità” di un oggetto ed aumentarne così il valore percepito e quindi la desiderabilità, aldilà della sua reale qualità.

Vecchio packaging di L’Amande

Durante lo studio del brand abbiamo scavato nell’archivio storico di L’Amande trovando immagini di prodotti proveniente direttamente da un’epoca ormai passata. Paradossalmente, nel loro stile che ora consideriamo vintage, i packaging di questi prodotti risultavano più chiari di quelli esistenti, avendo meno elementi impaginati in maniera più elementare e chiara.

Quarta considerazione: elementi disordinati

Oltre ad avere spesso troppi elementi sul fronte, anche in proporzione allo spazio disponibile, molti prodotti presentavano degli elementi che sembravano essere stati aggiunti in fasi successive alla progettazione iniziale del packaging.

Spaziature troppo ridotte

Nell’esempio riportato, sembrava proprio che il testo in lingua inglese fosse stato aggiunto successivamente alla progettazione della confezione, così come il bollino di Cosmetico naturale e la dicitura Bio, in maniera quasi forzata dove c’era posto disponibile.

Questi dettagli possono dare l’impressione di un prodotto poco studiato e di conseguenza di scarso valore, indipendentemente dalla sua qualità effettiva.

Omnia Botanica, un layout ordinato

Mostrare la propria storia

Successivamente alle considerazioni a cui siamo arrivati dopo un’attenta analisi del packaging esistente siamo giunti alla conclusione che fosse necessario un’operazione di rebranding per uniformare i prodotti, mantenendo comunque una distinzione visiva tra le varie famiglie appena riorganizzate.

Vista l’ultracentenaria storia del marchio L’Amande pensavamo di valorizzarla attraverso un packaging dallo stile vintage, tuttavia semplificandolo per essere adatto ad affrontare il nuovo millennio.

Prima di procedere con qualunque proposta concreta abbiamo preparato delle moodboard da mostrare al cliente per illustrargli la nostra visione del futuro visivo del suo brand.

Esempi di packaging vintage di respiro moderno
Esempi di packaging vintage di respiro classico
Idea per una delle linee dedicate all’uomo
Idea per una delle linee dedicate alla profumazione della casa

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